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  • Roberta Rega, Coordinatrice comunità per minori. Psicologa - Psicoterapeuta.

Casa famiglia: 10 anni dopo

10 anni… pochi? Tanti? Io direi pieni!

Pieni di amore, di stanchezza, di dolcezza, di paura, di tristezza e potrei continuare con l’elenco. Eh si, perché lavorare con i bambini, vivere con loro le loro vite è PIENO!

Non voglio polemizzare o farmi portatrice di lotte contro chi pensa che casa famiglia è sinonimo di ingiustizia e soldi sulla pelle dei bambini.

Vi racconto quello che vivo io grazie a loro. Sì io…


Com'è iniziata

Avevo 26 anni, stavo seguendo un master post laurea ed ero nella fase in cui mandavo molti CV al giorno… e un giorno, si propone la possibilità di lavorare in casa famiglia. Ne avevo sentito parlare, immaginavo, forse come molti, che fosse un luogo dove ci sono bambini abbandonati… ma la mia idea implicava il pensiero che questo luogo fosse un luogo freddo. Ci ho pensato e alla fine mi sono detta “Ma si dai, proviamoci!”.


Il primo giorno

Il primo giorno non è stato semplice: mi sono ritrovata in un posto che effettivamente sentivo freddo, ma era un posto nuovo, sconosciuto e credo dipendesse anche dalle mie difficoltà ad aprirmi con chi non conosco. Mi ritrovo un po' impacciata, sono nuova, ignara di cosa si fa in una casa famiglia. Arrivano di fronte a me 3 bambini più o meno della stessa età “Vieni a giocare con noi in giardino?”. Ma sì, andiamo… ed inizia così la mia avventura.


I bambini

Con loro ridi, con loro piangi, con loro vivi le loro emozioni. Sei con loro ai primi passi, ai primi dentini, le prime poppate, i primi sorrisi… i primi amori, le prime discussioni, le prime voglie di autonomia, le loro delusioni, le loro scoperte. Le loro vite ti travolgo e ti coinvolgono… e tu ti lasci coinvolgere e travolgere, mantenendo quel giusto distacco che ti serve perché sei lì per loro, ma non sei il loro genitore, sei lì per loro, ma non ci sarai per sempre, sei lì con loro, ma in attesa di una vera famiglia solo per loro. Capite quante emozioni entrano in gioco? Capite quanta passione ci vuole per fare un lavoro come il nostro?

Trascorri e vivi con loro le notti, le feste, organizzi gite, uscite, giornate al mare, passeggiate per loro. Mille idee, mille corse, si stacca da lavoro stanchi, ma la tua stanchezza viene ripagata dal loro sorriso, dal loro “Ti voglio bene”, dal loro “Grazie”, dal loro abbraccio, dal loro “Quando torni?”. Dai tutta te stessa per farli sentire a casa, per far loro sentire il calore di una casa.


Una nuova prospettiva

E mentre sei con loro, che cerchi di alleviare le loro sofferenze, ti accorgi che sono loro ad alleviare le tue ferite. E pensi a come, così piccoli, hanno già tutta questa forza per portare e affrontare tanta sofferenza.

Loro ti accolgono con un abbraccio, con un “Come stai?”, capiscono quando sei triste, se stai male. Con loro condividi i loro pensieri e le loro idee, sia con i piccini che con i più grandi. Ti fanno entrare nel loro mondo, per loro diventi il punto di riferimento, si fidano di te e fai di tutto per non deluderli. Vivi con loro il loro percorso, gioisci quando vanno via, portandosi un pezzo del tuo cuore.. ma con il tempo abbiamo imparato che il nostro cuore si rigenera, mentre loro avranno sempre un pezzo del nostro cuore con loro ❤️


Ora, ti chiedo… si potrebbe mai chiamare lavoro?

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